Refugees of Milan

Tra gli abitanti del campo profughi di via Brembro, a Milano vi erano gruppi di senegalesi, eritrei, nigeriani, algerini e somali. Tra essi anche donne, bambini e un cospicuo numero di anziani. La maggior parte era solo di passaggio: stazionava il tempo necessario per organizzare il viaggio verso la Francia. Altri invece erano in attesa del permesso di soggiorno. I ragazzi, con i quali ho tessuto un legame di rispetto e amicizia mi hanno riferito che già da tempo ricevevano intimidazioni da parte delle forze dell'ordine per l'imminente sgombero. Oggi, il giorno dell'effettivo sgombero, erano rimasti una trentina; tutte queste persone non hanno alcun posto stabile in cui andare e sollevando questa questione con le forze dell'ordine è stato risposto che il comune se ne farà carico, ne alcun entra comunale né alcun assistente sociale si è presentato durante la giornata dello sgombero. Nel frattempo, le persone che nell'ultimo periodo hanno lasciato il campo informale si trovano per strada senza alcun tipo di aiuto e appoggio. Infatti nella mattinata del 8 maggio, funzionari della digos inseme alla polizia di Stato e ai carabinieri si sono presentati in via Brembo per sgomberare un capannone, dismesso, di trenitalia dove da anni trovano riparo le persone che non hanno più una casa. Circa una trenitina di giovani richiedenti asilo in attesa del responso delle autorità, homeless e persone a cui non è stato rinnovato il permesso di soggiorno sono dovute andar via a causa della necessità rendere "decorosa" la zona adiacente al #SocialMusicCity e alla rinnomata Fondazione Prada.

© 2018 Sabina Candusso
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